Monia Casadei - Premio Firenze 2023

XL Premio Firenze
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Monia Casadei

SEZIONE B - POESIA INEDITA

FIORINO D’ARGENTO ex-aequo
MONIA CASADEI

Per la poesia inedita

IO TI SARÒ STILOBATE PER SEMPRE

con la seguente motivazione:

Una poesia di rara delicatezza, in cui l’autrice dà forma e parole al tema della maternità con dolcezza ed originalità. Il risultato finale è una poesia efficace e imprevedibilmente armonica che, in un crescendo di similitudini, traccia il percorso di una nuova vita: da embrione appena percepito al primo vagito della nuova creatura dalle sembianze perfette.

La Giuria del Premio Firenze

Io ti sarò stilobate per sempre

Eri soltanto un ricciolo,
appena un origami di baccello,
una minuzia ancora senza nome
riposta tra tessuti endometriali
- o forse ancor più in alto,
nel miocardio.
Eri una ruga appena,
un'orma, quasi un'ombra,
l'apostrofo che elide un sostantivo,
un pesce, un cenno, un bulbo,
una nocciola ancora senz'astuccio,
la virgola tra due proposizioni,
di quelle incidentali - radicali -
che subordineranno tutto il resto
- un punto e a capo.
Eri un pensiero nuovo,
un'onda, una corrente, un gorgoglio,
un delta destinato ad un estuario,
un baco dentro il bombice di gelso,
un amen che proscioglie la funzione,
appena poco più d'un filamento
- come lo è il tracciato dell'inchiostro
sopra un foglio.
Poi fosti d'improvviso anche un vagito
- appena un miagolio, quindi un ruggito -
un brancicare d'occhi e di contatto,
'uovo d'un nido cavo nel mio petto,
la gemma che si sterra nel mattino
la fragola, il lampone ed il mirtillo.
E divenisti la mia geografia:
il piede, il collo, il palmo,
il lobo, l’epitelio, il sopracciglio,
i dieci infinitesimi di dita,
il palmo con le linee del destino
(tragitti incisi che non so capire),
il gomito carnoso ed il ginocchio,
le grinze della pelle nelle pieghe,
il naso col suo scivolo perfetto
con una ruga giovane, nel mezzo
- com'un'ostinazione già presente
dietro la pelle tesa della fronte -
ed uno sguardo sempre incuriosito
sul dirupo,
protetto dalle ciglia lungo il ciglio.
Eri tra le mie braccia inerme,
un bruscolo che pure giganteggia,
d'una curiosità neofita alla vita,
come un'aurora ruvida di sole,
dell'orizzonte ancora disadorna
eppure già acconciata di tramonto.
lo stessa insieme a te ero neo-nata
- ancora tutta nuova, da esplorare -
cinta di polpa fresca all'esperienza,
esposta alle primizie della vita
- minuzzolo sorpreso dall'amore.
Siamo rimaste assieme, piano piano,
poi rapide, d'un fiato, in un boccone,
appese ed appaiate da un picciolo,
informi che s'inventano una forma
- la tua, di sogni esposta, rigogliosa,
la mia, di principiante, rinnovata -
fino al tuo slancio intrepido - virtuoso -
dal tralcio che dirama dal mio petto
(un trampolino d'opportunità)
per esserti stilobate per sempre
nella vita.

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